Image

Ho vissuto l'assemblea nazionale come momento di sintesi e discernimento che ha visto coinvolti tutti noi associati, grandi e piccoli, per rigenerare il tessuto vitale della nostra amata associazione secondo il contributo necessario e prezioso di ciascuno. Tutti ci siamo sentiti chiamati a essere protagonisti attivi e quest'anno, per la prima volta, i ragazzi dell' ACR hanno partecipato ai lavori assembleari proponendo, con lungimiranza e concretezza, nuovi emendamenti. Ho percepito una AC al passo con i tempi e con le sfide ad essi associate che si sofferma sulla logica del "per chi siamo" e non del "chi siamo".
È un assemblea che profuma di famiglia, incontri, confronto instancabile e fraterno, sinergia, amicizia ; la preghiera incontra la missione, il dialogo si tramuta in ricchezza, ogni volto che scruti è immagine di Cristo e della Chiesa in cammino.
Porto con me due parole che sintetizzano la mia personale esperienza: dono e missione. Proprio come nell'immagine di un abbraccio, in cui non vi è evidenza di chi lo dona e di chi lo riceve, così ho testato quell' "abbraccio che salva" a partire dalla gioia della piazza in festa fino alla grazia palpabile dei giorni assembleari.
"L'abbraccio lo riceviamo ed è affidato a noi", risuonano forti le parole del cardinal Zuppi durante la celebrazione Eucaristica di sabato 27. Consapevole di aver fatto parte di un pezzo della nostra storia associativa, non può che scalpitare in me il desiderio di testimoniare, in ogni ambiente in cui Lui mi chiama, la bellezza vissuta.

 

ROSANNA SCARDICCHIO