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La vocazione battesimale di ogni credente in Cristo, e di ogni socio di Ac in particolare, attinge e rinnova la sua forza e il suo significato nella celebrazione del mistero pasquale di Gesù che, nella liturgia del Triduo, non è semplicemente commemorato, ma diviene “evento”: incontro con Lui che è il “Vivente”, sempre pronto a sorprenderci e cambiarci.
E’ necessario, tuttavia, che siamo disposti a fare nostra la “logica della croce”, scandalo per i giudei e stoltezza per i pagani. Sappiamo di non essere all’altezza e che, anche dietro la dichiarazione del più sincero amore, c’è l’ombra del possibile tradimento. Per questo, la Chiesa educa la nostra vocazione cristiana e ci sprona a nutrirci dell’Eucarestia e dei sacramenti, ad attingere forza dall’ascolto della Parola e a dare testimonianza nella carità, soprattutto in favore dei tanti crocifissi della vita.
Tra luci e ombre, avvertiamo anche su di noi e tra di noi le conseguenze di un tempo caratterizzato da “mezze appartenenze” e “identità liquide”; eppure, è “oggi” che il Vivente ci chiede di incontrarlo e testimoniarlo. Pertanto, per noi laici di AC è importante ribadire che Gesù resta la nostra “scelta religiosa”: non perché intendiamo appartarci dalla vita con tutte le sue questioni e contraddizioni, ma perché vogliamo viverla e animarla dal di dentro attingendo a Colui che è la fonte della vera Vita.
Buona Pasqua a tutti!

 

TONICO, DON GIOSY e la PRESIDENZA DIOCESANA